La professione di avvocato? Un sogno diventato realtà.
Gli appalti? Una scelta diventata una passione.
Immagina una bambina paffuta e sorridente, timida e studiosa, amante delle sfide, con la pretesa di avere sempre l’ultima parola e la passione per i dibattiti. Già in età prescolare alla fatidica domanda “che vuoi fare da grande” la mia risposta era sicura e immediata: “l’avvocato!”. Mai una diversa risposta, mai valutate altre opzioni, mai un tentennamento, avvocato ci sono nata.
Conclusa l’università a Trento, città meravigliosa dove sono cresciuta, è stato il momento di fare una scelta. Nessun dubbio sulla professione, era stato il mio obiettivo da sempre, ma sapevo che per essere un buon avvocato è necessario puntare sulla specializzazione. Ho sempre pensato che il diritto sia troppo esteso perché qualunque avvocato, per quanto bravo sia, possa far bene tutto; dunque, ho voluto avviare sin da subito il mio percorso di specializzazione.
La scelta dell’ambito su cui puntare non è stata semplice. Devo ammettere che ai tempi dell’Università non avrei saputo individuare una passione per una materia anziché per un’altra: penso che, allora come oggi, il percorso universitario non aiuti in questo senso, perché l’insegnamento accademico ha un eccessivo distacco dalla pratica e personalmente non credo sia possibile capire le proprie reali preferenze solo sulla base dello studio teorico. Quindi, ho cercato di fare il ragionamento più razionale ed efficiente possibile con le conoscenze che avevo a quell’epoca: partendo da una mia preferenza per le materie pubblicistiche (confesso che il diritto commerciale l’ho proprio odiato ai tempi!), ho pensato che la materia degli appalti fosse quella più attuale, con maggiore mercato e che mi avrebbe consentito di tornare nella mia piccola città di Trento, se lo avessi desiderato dopo la pratica forense, senza sprecare la specializzazione conseguita.
Così, con una valigia colma di entusiasmo, paure e sogni, mi sono trasferita a Roma. Non è stato affatto facile affrontare la fatica e lo stress del praticantato in una città totalmente nuova dove non conoscevo nessuno, ho sofferto molto la solitudine e la lontananza dalla mia famiglia, ma mi sono scoperta più forte e coraggiosa di quel che pensavo e pian piano questa è diventata la mia città, il posto dove mi sento a casa.
La scelta che avevo fatto con la testa di lì a poco si è rivelata la decisione giusta, quella che ho confermato con il cuore. Non saprei dire con certezza come è nata e cresciuta sin da subito la mia passione per gli appalti, ma posso provare ad individuare alcuni elementi importanti: una parte fondamentale è sicuramente dovuta alla passione travolgente per questa materia del mio mentore, che è riuscito a trasmettermela in brevissimo tempo; poi non sono più riuscita ad immaginare alcun altro ambito del diritto che mi potesse dare gli stessi stimoli quotidiani, che mi riuscisse a regalare analoghe sfide e soddisfazioni e che mi facesse sentire così realizzata sul lavoro; infine, non riesco ad immaginare alcun altra materia che mi consentirebbe di percepire il mio lavoro come un contributo reale e tangibile al bene della comunità.
Ricordo ancora con grande gioia tutti i dettagli delle prime pratiche affrontate, il codice dei contratti pubblici da poco in vigore, gli errori corretti dai miei maestri, i tempi in cui il soccorso istruttorio non esisteva neppure nella nostra immaginazione e la più piccola distrazione significava esclusione dalla gara: ogni giorno era una scoperta ed una nuova avventura da affrontare e lo è ancora. In effetti, tra normative complesse che cambiano continuamente ed interpretazioni giurisprudenziali imprevedibili e talvolta incomprensibili non ci si annoia proprio mai!
È una scelta professionale certamente stressante, con ritmi difficili da sostenere, un complesso equilibrio vita-lavoro ed innumerevoli sacrifici da fare, ma piena di gratificazioni e sfide sempre nuove da affrontare: è una strada di cui non mi sono mai pentita e che rifarei altre mille volte. Svegliarsi ogni mattina per un lavoro che ci appassiona è davvero una grande vittoria ed ha un valore inestimabile!
Cosa amo del mio lavoro? L’adrenalina del contenzioso, la trepidante attesa di una decisione giudiziale, la felicità portata da una vittoria ed il desiderio di rivincita derivante da una sconfitta, le parole di gratitudine di un cliente, la complessità della materia appalti che mi dà nuovi stimoli ogni giorno, il successo di un’operazione di PPP innovativa, la possibilità di poter dare il mio piccolo contributo alla realizzazione di una nuova opera pubblica o di un servizio efficiente, la consapevolezza di fare qualcosa di utile per la comunità, lo sguardo curioso ed entusiasta di un giovane che si affaccia alla professione, l’opportunità di insegnare e trasmettere agli altri la mia esperienza.
Cosa vorrei che migliorasse nella professione e nel lavoro che vivo quotidianamente? Norme più semplici e facilmente comprensibili per tutti, procedure più veloci e meno burocrazia per una maggiore efficienza dell’azione amministrativa, più rispetto per tutti coloro che lavorano in quest’ambito ed ogni giorno agiscono nell’interesse collettivo, più donne e più mamme sedute nelle nostre frequenti riunioni ed ai vertici aziendali, più attenzione per i giovani che hanno bisogno di una guida valida nel mondo, più positività verso il futuro.
L’episodio più sorprendente ed emozionante di tanti anni di professione? Chiedere a mio figlio di appena due anni cosa vuole fare da grande e sentirsi rispondere “l’abbocato come mamma e papà!”, senza che nessuno gli abbia mai raccontato nulla del nostro lavoro. Probabilmente cambierà idea mille volte, ma l’essere riuscita a trasmettere al mio bambino, del tutto inconsapevolmente ed involontariamente, la passione per questo lavoro non ha davvero prezzo. Mi auguro che qualunque scelta professionale farà nella sua vita, potrà trovare una strada che lo appassioni tanto quanto io ho potuto sperimentare nella mia.
Questa è la mia #vitadagara: studio, sacrifici, entusiasmo, passione, sfide, vittorie e sconfitte, sempre con il sorriso.