L’organizzazione perfetta.

La Regola di San Benedetto. Una saggezza antica al servizio dell’impresa moderna

Se c’è un libro che descrive in maniera perfetta lo spirito di #vitadagara quello è “L’organizzazione perfetta” di Massimo Folador.

È un libro particolare e lo si capisce dal suo sottotitolo: “La Regola di San Benedetto. Un saggezza antica al servizio dell’impresa moderna”.

Perché propongo questa lettura?

Forse non lo sai, ma i monaci benedettini hanno – letteralmente – costruito le basi della nostra società.

Se bevi un bicchiere di birra o di champagne è grazie a loro.

Se ascolti un buon brano musicale è grazie ad un monaco benedettino che ha inventato le note musicali.

I monaci benedettini sono stati dei veri e propri “manager” perché sin dall’inizio hanno dato importanza al valore del lavoro organizzato per raggiungimento di uno scopo.

1.500 anni fa si sono dati una Regola, con dei concetti semplici e diretti, che vale fino ai giorni nostri.

La cosa che mi ha sempre affascinato di questa Regola è che nasce come tentativo di risposta a questa domanda: Chi vuole la vita e desidera che i suoi giorni trascorrano beati?”.

Tutto nasce da questa domanda.

Folador, consulente aziendale di spicco nel panorama manageriale italiano, ha un obiettivo ambizioso: dimostrare che la Regola su cui sono fondati i monasteri benedettini (che non si riduce al semplice “Ora et labora”) costituisce un virtuoso esempio che può essere replicato in tutte le realtà imprenditoriali.

Il libro ha tantissimi spunti utili, che possono ispirare qualsiasi figura aziendale (impiegati, manager ed imprenditori) per crescere professionalmente.

Il desiderio più grande che ho è che i membri della nostra community possano dire “IO” nel loro luogo di lavoro; possano sentirsi parte di qualcosa.

Come dico sempre l’ufficio gare non è solo burocrazia, ma è il posto che fa – letteralmente – crescere l’azienda. Chi lavora in un ufficio gare detta i tempi dell’azienda.

#vitadagara ha una “missione”: aiutare i membri della community a diventare protagonisti nella loro quotidianità professionale.

Perché questo libro incarna i nostri ideali?

Si capisce da questa frase: “Tutti nella comunità devono poter dare il loro contributo personale, saper guardare oltre la drammaticità del presente e, individuato un nuovo cammino, dirigersi uniti e decisi verso quella direzione.” (pag. 48)

In cosa consiste il nostro contributo?

Possiamo aiutare i colleghi meno esperti ad affrontare le prime delusioni e le prime fatiche, possiamo dare freschezza a chi si sente stanco, possiamo ispirare chi si sente svuotato.

Perchè vale pena lavorare avendo in mente un grande ideale?

Anche qui ci viene incontro Folador che afferma: “Una persona motivata e che ha ben chiaro il progetto dentro il quale si sta muovendo, una persona che lavora bene e con passione, ha in sé i presupposti giusti per innescare la creatività, la voglia di dare il meglio di sé e di cercare soluzioni utili allo scopo.” (pag. 99)

Chi lavora in un ufficio gare raramente viene elogiato per i successi conseguiti; spesso i meriti vengono dati ad altri. Spesso il lavoro dell’ufficio gare è visto solo come un insieme di competenze e di conoscenze. 

Non esagero quando dico che spesso siamo visti solo per quello che sappiamo e non per ciò che siamo.

Con #vitadagara, però, la musica cambia perché le vere risorse sono le persone; le competenze sono importanti certo, ma vengono dopo.

Il libro ha un passaggio fondamentale che descrive bene l’importanza della persona all’interno di una comunità: “quando in una comunità, la cui risorsa maggiore sono le persone, esistono dei valori condivisi e delle qualità umane positive, la crescita delle competenze e i risultati che ne conseguono sono soltanto una questione di tempo”. (pag. 108)

#vitadagara è un luogo in cui le persone possono crescere, #vitadagara è un luogo in cui poter riflettere, #vitadagara è una comunità che vuole ridare dignità ad una professione troppo spesso maltrattata.

#vitadagara è un inno alla creatività! L’autore del libro sostiene, a ragione, che “Per creare risorse motivate e capaci di incidere sulla realtà serve dare vita alla creatività che sta in ogni uomo, dare forma alle sue energie interiori e alle sue aspettative più profonde.” (pag. 131)

Io sono convinto di una cosa: dai nostri uffici gare può partire il vero cambiamento delle aziende per le quali lavoriamo. L’ufficio gare può essere il luogo in cui si fa – davvero – cultura aziendale e nel quale ricercare – davvero – l’eccellenza.

L’ufficio gare può essere il luogo da cui far partire un nuovo modo di concepire il lavoro.

L’eccellenza è uno stile e un modo nuovo di concepire il proprio lavoro che va fatto crescere e prosperare”. (pag. 141)

Ti consiglio vivamente la lettura di questo libro, perché una volta letto avrai voglia di lavorare in modo diverso.

Leggerai il prossimo bando con altri occhi. Te lo garantisco.

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