In quest’ultimo periodo mi sono confrontato con alcuni giovani che hanno, da poco, iniziato a lavorare all’interno degli Uffici Gare.
Sono stato colpito dal fatto che molti di loro vivono questa esperienza con un senso di solitudine e di quasi “emarginazione” all’interno delle proprie aziende, in quanto vengono considerati – da subito – come “quelli” che svolgono un ruolo secondario: i burocrati che compilano solamente alcuni documenti. Probabilmente seguono anche l’intero andamento dell’appalto a cui partecipano, ma il loro apporto alla crescita dell’impresa viene considerato marginale rispetto ad altre funzioni.
Il rischio concreto è che tali persone possano scoraggiarsi e lasciare una professione, senz’altro complessa, ma – come vedremo più avanti – di enorme valore strategico e molto soddisfacente.
Svolgo questo lavoro da oltre trent’anni e, dopo essermi imbattuto in molte storie simili, ho maturato la convinzione che, in una società sempre più complessa come la nostra, dove ai vecchi si aggiungono nuovi bisogni ed esigenze – proprio per riuscire a dare risposte concrete e adeguate ed essere in sintonia con la realtà odierna – è quanto mai opportuno portare un cambiamento, anche culturale, all’interno delle imprese.
Una “nuova” organizzazione che preveda la massima valorizzazione di tutte le risorse disponibili.
In questo contesto l’Ufficio Gare non può essere visto come il luogo “più formalista” di tutta l’azienda, in cui si producono esclusivamente modelli e dichiarazioni richieste per la partecipazione alle gare o per dimostrare o giustificare quanto dichiarato in sede di partecipazione all’appalto.
Pensare infatti ad un ruolo statico e quasi insignificante dell’Ufficio Gare è ormai anacronistico (anche perché non corrisponde alla realtà) e, alla lunga, si rivela deleterio per l’azienda stessa, in quanto non ne valorizza le importanti potenzialità di coloro che ci lavorano ed il ruolo centrale che, invece, ha nei fatti tale Ufficio.
Attraverso l’appalto si fornisce una risposta ai bisogni della società. È quindi fondamentale, per un’azienda che partecipa alle gare con continuità, conoscere quali sono le necessità di un territorio, per poter individuare la migliore modalità per presentare la propria offerta.
È fondamentale fare costante riferimento all’Ufficio Gare in quanto, monitorando continuamente il mercato di riferimento, può fornire le necessarie informazioni strategiche alla direzione aziendale, permettendole così di decidere dove e come orientare la propria azione.
Secondo me, un’impresa che si muove secondo questo criterio, ha ottime possibilità di ampliare la propria attività basata su un maggiore livello qualitativo. Tale ultimo aspetto dovrebbe essere sempre tenuto in considerazione, infatti rappresenta uno degli elementi principali per far sì che lo sviluppo aziendale sia duraturo e non effimero.
Per contribuire ad ottenere questi risultati è necessario, però, che ogni componente dell’Ufficio Gare abbia un atteggiamento attivo e propositivo.
Insomma, “tocca ” a noi.
Non possiamo pretendere che l’impresa ci riconosca un ruolo importante se siamo passivi ed apatici.
Chiunque voglia intraprendere la nostra professione deve essere consapevole che sarà una vita lavorativa basata sullo studio, fatta anche di stress, ma che dà molte soddisfazioni. Compresa la consapevolezza che, attraverso l’aggiudicazione di un appalto, qualunque esso sia, si sta contribuendo al soddisfacimento del bene comune.
Consentitemi un’ultima raccomandazione alle aziende.
L’importanza del ruolo e l’impegno di chi lavora in Ufficio Gare va riconosciuto anche, e soprattutto, sul piano economico. Una funzione del genere, con un altissimo tasso strategico e di supporto alla politica aziendale, non può essere una tra quelle meno retribuite dell’intera impresa.