La mia “prima volta” con gli appalti è stata nell’ufficio-gare di un’impresa di servizi: più o meno cento gare in un anno, due persone, sempre in giro per l’Italia.
Un anno intenso, con belle vittorie e amare sconfitte, nel quale ho messo insieme i tasselli per far bene questo lavoro: organizzazione, formazione, consulenza, disporre di un avvocato, un consulente del lavoro, un commercialista e tecnici, tutti esperti e sempre presenti.
Partecipare agli appalti è un lavoro di squadra: questa è la formula per essere vincenti, e che trasmetto a quanti mi danno fiducia.
Ogni gara a cui partecipa un mio Cliente è anche la “mia gara”, perché io sono con lui, sempre un passo indietro, ad assisterlo, a volte anche fino a tarda notte o nel fine settimana. E sì, perché per fare questo lavoro ci devi mettere un bel pizzico di passione e saper fare qualche rinuncia.
Ad uno di essi ho dedicato le mie “Sette regole per partecipare con successo agli appalti”, scritte sotto il mio motto: “Negli appalti non vale la regola olimpionica, l’importante è vincere, non partecipare”.
La mia carriera conosce il supporto alle stazioni appaltanti, discreto (a parte le comunicazioni di legge su “amministrazione trasparente”); anche in questo caso la formula è la stessa, ma con una responsabilità in più, perché sei chiamato a collaborare per scrivere le regole del gioco, anche in condizioni di emergenza quando hai a che fare con un nemico invisibile chiamato Covid che ti costringe ad interminabili videoconferenze pur di trovare la quadra del bando, che non può essere rimandato perché è destinato a rispondere ad un bisogno che non si può rinviare.
Sono stato commissario di gara, ed ho toccato con mano l’importanza di scrivere le regole del gioco in modo chiaro, perché solo così puoi scegliere, in coscienza, il miglior giocatore.
Ruoli diversi, alternativi tra loro, eppure caratterizzati dallo stesso “fil rouge”: umiltà perché da solo non potrei andare da nessuna parte, passione necessaria per entrare nella materia da trattare, consapevolezza che dall’incarico affidato dipende la sorte di altri, siano esse persone, imprese o amministrazioni.
Le esperienze maturate nei tre diversi ruoli mi consentono di affrontare ciascuno di essi sapendo ragionevolmente quali siano le aspettative delle mie controparti.
Il tutto perché è mio dovere “mettere in sicurezza” coloro che mi onorano della loro fiducia, secondo una logica di prevenzione del contenzioso.
Sperando che la passione possa sostenermi per continuare a svolgere questo lavoro, e continuare ad imparare visto che nel settore degli appalti le novità sono all’ordine del giorno!