Apnea da bando? Come respirare in profondità

Stai leggendo un nuovo bando, lo fai anche serenamente perché ieri sera hai chiuso una gara particolarmente impegnativa; nulla può interrompere la tua quiete.

All’improvviso il telefono squilla rompendo il silenzio dell’ufficio; è il tuo commerciale che sta guardando l’apertura delle buste che esclama trafelato: “la commissione vuole escluderci a causa di quella dichiarazione e sta valutando di farci un soccorso istruttorio perché vuole chiarimenti. Cosa devo dire?

Silenzio.

Chiudi gli occhi, fai mente locale e cerchi di spiegare al tuo collega (che non sa nemmeno che esista un Codice degli Appalti) che cosa dire alla Stazione Appaltante per fornire subito delle spiegazioni convincenti.

Altra scena.

Mancano due giorni alla scadenza della gara, hai tutto pronto e stai facendo il punto con il tuo collega prima di inserire l’offerta. Ti chiama il titolare e ti dice: “hai presente quella gara? Ieri mi ha chiamato un mio collega imprenditore e mi ha chiesto se possono partecipare anche loro insieme a noi. Gli ho dato il mio ok. Ti chiameranno tra poco, mettiti d’accordo con loro”.

Panico.

Pensi alla cauzione, ai documenti, al PASSOE, all’impegno alla costituzione dell’ATI: tutti questi pensieri in una frazione di secondo!

Quante volte siamo andati in apnea a causa degli imprevisti che stravolgono quotidianamente la nostra #vitadagara?

Quante volte abbiamo sentito quel brivido lungo la schiena?

Quante volte ci siamo sentiti bloccati?

A me è capitato spesso di vivere queste emozioni e, vi assicuro, non si provano belle sensazioni in quei momenti.

Questi sono i momenti decisivi. Qui si vede di che pasta siamo fatti.

A volte, di fronte a richieste impossibili, possiamo anche dire qualche “no” motivato, ma la maggior parte delle volte ci troviamo a dover gestire una patata bollente che nessun altro, oltre a noi, può maneggiare.

Per quanto mi riguarda parto dalla mia esperienza: sono cresciuto professionalmente di più nel gestire in autonomia gli imprevisti piuttosto che a compilare decine e decine di DGUE o istanze di manifestazione di interesse.

Con l’imprevisto il rapporto è sempre personale: è chiesto a te – e non a qualcun altro – di agire. Puoi lamentarti, puoi cercare di fuggire, ma lui rimane lì e – più passa il tempo – più diventa pressante.

Si può respirare in questi momenti?

C’è un modo per rimanere lucidi durante questi momenti davvero provanti?

Io dico di sì e per farlo non servono tecniche particolari, formule o mantra da ripetere.

Serve solo una cosa: essere disponibili e mettersi in discussione, prima di tutto con se stessi.

Quando capitano a me episodi del genere il primo pensiero che mi passa per la mente è: “che stress! Non sono capace di affrontare questa difficoltà!

Poi, ne arriva immediatamente un altro: “Aspetta un attimo: sei proprio sicuro che non sei capace?

Avere a che fare quotidianamente con questioni complesse e cruciali ha i suoi vantaggi.

Ci ha reso elastici (alla faccia di chi ci crede burocrati grigi e schematici) e sempre pronti a trovare nuove soluzioni. Il nostro cervello è programmato per trovare sempre la migliore soluzione per farci uscire da quella situazione di stress.

Le migliori “performance” le ho fatte quando mi sono trovato sotto pressione e non quando tutto era tranquillo e “gestibile”.

Non a caso, nelle realtà aziendali particolarmente illuminate, i responsabili dell’ufficio gare hanno un ruolo che va oltre la gestione amministrativa dell’appalto: sono coinvolti nel processo decisionale ed organizzativo, sono il punto di riferimento degli amministratori delegati, sono i primi consulenti legali dell’azienda.

Siamo le persone a cui vengono affidate le questioni vitali perché abbiamo rapidità decisionale e siamo abituati, più di altri, a gestire pressioni enormi ed imprevisti.

Quindi la prossima volta che riceverai la telefonata “spezza-tranquillità”, non ti dico di essere felice, ma sappi che può essere la tua occasione per far esplodere la tua creatività e la tua capacità di trovare soluzioni.

A me non piace il concetto di “problem solver” perché identifica la persona con il problema.

Preferisco un altro concetto, più elevato: noi siamo le persone che rispondono, siamo cioè “Responsabili” (dal latino responsum che è legato al concetto, quasi sacro, di dare un riscontro specifico ad una particolare questione).

Ecco perché possiamo respirare anche quando siamo in apnea: perché in quel momento ci viene data l’occasione di vivere il nostro lavoro con maggiore responsabilità e con maggiore intensità. Ci viene data l’occasione di emergere!

Scrivimi a info@vitadagara.it e dimmi cosa ne pensi.

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